Caro direttore, una riflessione sull'episodio dell'autogrill di Milano, dove un cittadino ebraico francese è stato vittima di una aggressione. Sul fatto la politica non poteva che esprimere tutta la sua retorica indignazione e condanna per questo fatto indegno per un popolo civile. Ma la politica si è chiesta perché c'è un mondo intero che protesta e condanna quello che sta succedendo a Gaza per colpa del Governo di ultra destra di Netanhyau? Io non so se è giusto prendersela con un cittadino qualsiasi ebreo che si fa riconoscere portando in testa il Kippah; certo deve essere libero di esprimersi come vuole, ma magari in un momento storico come questo poteva e potrebbero farne a meno. Quanti di noi , portandosi dietro le immagini infami di Gaza non avrebbero fatto lo stesso? E allora ecco: sei antisemita, antisionista fascista e giù con tutte le espressioni possibili. Ma forse non sapete che la gran parte del “popolo” che protesta non sa neanche il significato di queste parole. Quello che vede è l'inferno in terra di Gaza, e non può e vuole subirlo in silenzio.
G. Benedetti
Venezia
La risposta del direttore del Gazzettino Roberto Papetti
Caro lettore, lei afferma che non sa «se sia giusto o meno prendersela con un cittadino ebreo che si fa riconoscere portando la kippah». Proverò ad aiutarla a sciogliere questo dubbio. Ci sono milioni di persone al mondo che contestano l’invasione dell’Ucraina e il massacro di migliaia di cittadini da parte dell’esercito di Putin. Ma se lei avesse letto la notizia che in un autogrill una persona che indossava una maglietta pro Putin, era stata aggredita e insultata da dieci esagitati, come avrebbe reagito? Avrebbe avuto dei dubbi nel condannare gli aggressori? Li avrebbe “compresi”? Ancora: ci sono milioni di uomini e donne che protestano per le scelte politiche e militari di Trump. A lei risulta che qualcuno sia stato malmenato in una stazione di servizio, perché aveva in testa un cappellino rosso con lo slogan caro al presidente Usa? E dunque: perché se la vittima è un cittadino di religione ebraica dovremmo giustificare gli aggressori, trovare loro delle attenuanti o pensare: beh in fondo quellose l’è cercata? “Quello” era solo una persona, di nazionalità francese, che professava, con l’uso della kippah, la sua religione. Pur essendo magari un convinto avversario del governo israeliano, come lo sono moltissimi altri ebrei. Può darsi che, come dice lei, molte persone non sappiano cosa significhi antisemitismo. Quello che è successo in quell’autogrill può aiutarli a capirlo. Perché quel tentativo di pestaggio non si può giustificare o accettare per gli orrori compiuti da Netanhyau a Gaza. Si spiega solo con l’odio e il pregiudizio. Nei cui confronti non si può e non si deve mai chinare il capo né voltarsi dall’altra parte. Neppure di fronte alle immagini terribili che ci giungono dalla Striscia. Bisogna saper distinguere, non alimentare altra intolleranza. Non so se l’ho aiutata a dare una risposta ai suoi dubbi. Ma ci ho provato.