Sicurezza, dal casco all'airbag lo sport è sempre più intelligente. Ecco cosa salva la vita

Dieci anni fa moriva Jules Bianchi: da allora la sicurezza, e non solo in Formula Uno, ha fatto passi da giganti

giovedì 17 luglio 2025 di Sergio Arcobelli
Sicurezza, dal casco all'airbag lo sport è sempre più intelligente. Ecco cosa salva la vita

Esattamente dieci anni fa, il 17 luglio 2015, moriva in F1 un pilota destinato a un brillante futuro in Ferrari: Jules Bianchi.

Dopo il tragico incidente del francese, la FIA decise di introdurre il sistema Halo, un dispositivo di protezione per la testa dei piloti. Si diceva – all’epoca – che fosse brutto e antiestetico; poi, però, quell’aureola ha salvato decine di vite nel mondo e ha fatto cambiare idea a tutti. La sicurezza nel mondo dello sport sta facendo dei grossi passi in avanti grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia e protezioni più robuste. Un esempio? Il pauroso incidente di Pecco Bagnaia a Barcellona nel 2023. Disarcionato dalla sua Ducati, il torinese era rimasto in mezzo alla pista e il sudafricano Binder gli era passato sopra le gambe con la moto. Risultato? Nessuna frattura, solo contusioni: tanto è vero che Pecco ha corso la gara successiva. Forse la vittoria più importante del campione del mondo. Dietro il “miracolo” in Catalogna c’è però l’utilizzo dell’airbag Alpinestars, capace di aprirsi in appena 630 millisecondi e di rilevare una criticità ancor prima che un pilota tocchi il suolo, così da proteggerlo dall’impatto.

La tuta, poi, è realizzata con pelle di canguro e riduce a zero il rischio di abrasioni.

SUL CAMPO

Per prevenire gli incidenti Ducati fa uso di robot a guida semi-autonoma. All’inizio del fine settimana di corse, l’automa percorre il circuito, raccogliendo informazioni preziose per analisi, simulazioni e sviluppo delle strategie di gara. Si stima che gli ingegneri della Rossa raccolgano 100 gigabyte di dati, cento volte di più rispetto ai primi anni 2000. Per ottimizzare le prestazioni, inoltre, vengono utilizzati sensori hi-tech, algoritmi predittivi e intelligenza artificiale. Con il suo team Lenovo, la Casa di Borgo Panigale ha sviluppato un “linguaggio segreto” fatto di luci colorate che lampeggiano sulla strumentazione e che permettono al pilota di capire “al volo” cosa sta succedendo alla propria moto. Ora ci si prepara al passo successivo: Ducati sta lavorando a un casco con display integrato che proietterebbe questi dati direttamente sulla visiera. In futuro, la realtà aumentata verrà inserita anche all'interno dei caschi degli sciatori, i quali potranno così rimanere in contatto con familiari, amici e istruttori sulle piste. Gli sport della neve saranno ancora più sicuri grazie all’intelligenza artificiale. Intanto, la federazione internazionale dello sci (Fis) si è mossa rendendo obbligatori dalla prossima stagione gli airbag nella velocità (prima non tutti lo mettevano, per scomodità). La decisione è stata presa dopo un evento che ha scosso il Circo Bianco: la morte di una ragazza della Nazionale azzurra, Matilde Lorenzi, durante un allenamento in Val Senales. «Un discesista senza airbag è come un motociclista senza casco – riconosce Stéphane Bulle, medico della squadra francese – L’airbag può prevenire lesioni gravi. I ragazzi e le ragazze sono quasi nudi sugli sci e sfrecciano a 130 miglia all’ora». L’esperto francese Adrien Théaux aggiunge: «A parte il casco e la nostra protezione alla schiena, non abbiamo altro. L’algoritmo che dice all’airbag quando aprirsi migliora nel corso degli anni, più atleti lo indossano, più dati ci saranno per alimentarlo». Ma come funzionano gli attuali sistemi airbag? Sono dispositivi “intelligenti” che rilevano incidenti imminenti e si attivano prima dell'impatto proteggendo principalmente l'intero busto. Per quanto riguarda la schiena, esistono già i dorsali grazie alla collaborazione con l’azienda Dainese. Per rafforzare la sicurezza, la Fis oltre ai “cuscini salvavita” ha reso obbligatorio anche l'intimo antitaglio. Ci sono stati diversi casi in cui le carriere di giovani atleti si sono interrotte o addirittura distrutte per via di pericolosi tagli o di significative lesioni da lacerazione a causa delle lamine affilate degli sci.

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