CASTELFRANCO (TREVISO) - Nessuna modifica alla misura di custodia cautelare. I giudici del tribunale del Riesame di Venezia hanno rigettato il ricorso presentato da Badr Rouaji (19enne di Montebelluna difeso dall’avvocato Fabio Crea) e Taha Bennani (22enne di Montebelluna difeso dagli avvocati Fabio Targa e Paola Miotti), accusati dalla Procura di Treviso di essere i responsabili dell’omicidio di Lorenzo Cristea, 20enne di Trebaseleghe, del tentato omicidio di Alessandro Bortolami, 20enne di Zero Branco, e delle lesioni ad Alessandro Pepe, 19enne di Castelfranco, e a Emanuele Biliato, 18enne di Castelfranco, oltre al porto abusivo di oggetti atti a offendere.
I tre sono indagati per rissa aggravata assieme ad altri quattro amici, ovvero Riccaro Gregato, 20enne di Piombino Dese, Jacopo Baratto, 18enne di Vedelago, Domenico Dileo, 20enne di Castelfranco, e Antonino Pecoraro, 19enne di Vedelago.
LE INDAGINI
Se per i giudici veneziani non c’è motivo per rimettere in libertà, anche con una misura cautelare meno afflittiva, Badr Rouaji e Taha Bennani, nel frattempo le indagini della Procura di Treviso proseguono per far luce su quanto accaduto il 5 amggio scorso in via Pagnana a Castelfranco Veneto, a due passi dal parcheggio della discoteca Playa Loca. Rouaji e Bennani respingono l’ipotesi degli inquirenti secondo cui avrebbero teso un agguato al “gruppo di italiani” dopo gli screzi all’interno della discoteca e parlano invece di un’aggressione subita mentre stavano aspettando un passaggio per tornare a casa.
IL MESSAGGIO
Su questo punto, verrà sentito il giovane che i due ragazzi avevano chiamato prima di uscire dal Playa Loca e che assieme alla sua ragazza si trovava in coda in macchina mentre si stava consumando il delitto: per la Procura può rivelarsi un testimone importante. A far sorgere dubbi sulla dinamica dei fatti, ripresa in un video da un automobilista che ha filmato gli istanti finali del tafferuglio sfociato nel sangue, è stato un vocale tra due pr della discoteca: «Ma cosa è successo ieri sera? Lorenzo (Cristea, ndr) mi ha chiamato dicendomi di andare alla Playa perché “fra poco succederà un casino”».
Parole che, secondo i difensori, dimostrano «la fase preparatoria dell’azione punitiva nei confronti dei due arrestati. Si tratta di un elemento che conferma quanto avevamo già detto dall’inizio. La tragedia non è dovuta a un agguato da parte dei nostri clienti ma di un’aggressione molto violenta caratterizzata peraltro da un’evidente sproporzione numerica».