TREVISO - Famiglie in vacanza al mare o in montagna, villette isolate in collina e anziani rimasti soli in grandi edifici con finestre spalancate per l’afa: è questo lo scenario ideale per le bande di ladri che, negli ultimi giorni, stanno colpendo diverse zone della Marca, concentrandosi in particolare su alcuni comuni “strategici” dal punto di vista della viabilità, per poi darsi rapidamente alla fuga. Uno dei consigli per chi parte è di non postare foto delle ferie sui social: «I ladri li controllano, e così sanno se hanno campo libero». La vicinanza alle strade ad alta percorrenza è infatti uno dei criteri più importanti nella scelta degli obiettivi, secondo quanto riferiscono gli investigatori. Nell’ultimo mese, i centri più colpiti sono stati Susegana, Valdobbiadene, Preganziol e Mogliano. Seguono, per numero di episodi, il Quartier del Piave, Pieve di Soligo, Refrontolo, Tarzo, Trevignano, Vedelago, Nervesa, Istrana, Maser, Caerano, Altivole, Maserada, Zero Branco e San Pietro di Feletto. I dati raccolti dalle forze dell’ordine confermano che i giorni preferiti dai malviventi sono quelli immediatamente precedenti al fine settimana, con l’eccezione della domenica, quando molte famiglie rientrano a casa. Le forze dell’ordine evidenziano che le bande in azione non sono tutte uguali: si possono grossolanamente suddividere in due tipologie, con varie sfumature, con modus operandi molto differenti e obiettivi diversi. Da una parte ci sono i trasfertisti, veri e propri “professionisti” del furto organizzato; dall’altra i ladri “di casa”, spesso più pericolosi, imprevedibili e distruttivi. Quanto alla presenza di eventuali basisti locali, non vi sono ancora prove concrete di un’attività stabile di questo tipo, ma è accertato che alcune bande di trasfertisti vengano ospitate da connazionali che forniscono loro indicazioni e suggerimenti sugli obiettivi da colpire. In questo caso è difficile per gli investigatori dimostrare il loro coinvolgimento.
I PROFESSIONISTI
Si tratta di vere e proprie squadre, spesso provenienti dall’Europa dell’Est, che agiscono dopo accurati sopralluoghi e con una precisa divisione dei ruoli: in genere si muovono in tre, con due soggetti che effettuano l’effrazione e un terzo che resta in auto, pronto a intervenire in caso di necessità. In alcuni casi — come accaduto ad Altivole a giugno — i gruppi erano dotati di ricetrasmittenti per comunicare tra loro durante l’azione, o addirittura di jammer per disturbare i segnali dei sistemi d’allarme. Nei loro kit non mancano strumenti come la fiamma ossidrica, utile per forzare casseforti o lucchetti. Questi ladri sono rapidi ed efficienti, arrecando danni minimi ai serramenti. Indossano guanti e non portano armi da fuoco: sanno bene che l’eventuale possesso aggraverebbe le loro responsabilità in caso di arresto. Per lo stesso motivo, evitano accuratamente lo scontro fisico. I loro bersagli preferiti sono le villette in collina, abitate da anziani o da giovani famiglie benestanti. Entrano quasi sempre dalla camera da letto, dove sanno che le generazioni più anziane tendono a custodire contanti e gioielli. Prelevano solo questi beni, lasciando indietro dispositivi elettronici e altri oggetti ingombranti o facilmente rintracciabili.
GLI IMPROVVISATI
Accanto ai professionisti, operano anche soggetti che agiscono da soli o in coppia, generalmente senza allontanarsi troppo dalla zona in cui vivono. Si tratta, per la maggior parte, di persone originarie dell’Africa settentrionale e centrale, ma anche di altri Paesi dell’area mediterranea. Questa categoria non pianifica i colpi, ma li improvvisa, scegliendo l’abitazione che appare più accessibile. Le villette a schiera, in tal senso, offrono le maggiori opportunità. Molti agiscono a volto scoperto, o coprendosi il viso con indumenti invernali. Sono spesso più distruttivi dei professionisti, e se non riescono a entrare in casa si accaniscono anche sulle auto parcheggiate. A differenza dei trasfertisti, non disdegnano gli esercizi commerciali e i distributori automatici. Nei loro “kit” si trovano solitamente cacciaviti o coltelli, strumenti che possono diventare armi in caso di necessità. Non è raro che agiscano sotto l’effetto di alcol o sostanze stupefacenti (in questa categoria rientra anche chi ruba proprio per procurarsi il denaro necessario per saldare debiti di droga o di gioco), rubando tutto ciò che credono possa avere un valore. In questo periodo, con l’aumento dei furti, sono moltiplicati anche i casi di rapina impropria ovvero quelle effrazioni degenerate in violenza o minacce. È il caso di Trevignano, dove qualche giorno fa un bodybuilder corso in aiuto alla madre derubata da due ladri, è stato picchiato con un soprammobile. Su questo tema polizia e carabinieri, così come anche i sindaci, sono chiari: «Non intervenite in nessun caso, chiamate immediatamente il numero di emergenza».