REFRONTOLO (TREVISO) - A 17 anni pianificano una rapina a mano armata, si infiltrano in una villetta in collina e puntano una pistola alla testa di un 19enne davanti a sua madre, facendosi consegnare ottomila euro in contanti. Sapevano bene che quel denaro era nascosto da qualche parte all’interno dell’abitazione e che, senza minacce, probabilmente non l’avrebbero mai trovato. I carabinieri stanno ancora indagando sulle modalità con cui i rapinatori sono venuti a sapere di quel bottino a portata di mano in via Liberazione 27 a Refrontolo, nel cuore delle colline Unesco della Marca trevigiana, nella casa della famiglia Doimo-Merkel, ma non si esclude che qualcuno che vive lì abbia messo in mostra le banconote o ne abbia perlomeno parlato in pubblico, attirando inconsapevolmente l’attenzione dei saccheggiatori. Ora due di loro, un italiano di seconda generazione e uno straniero residenti in un Comune vicino, sono stati identificati e denunciati per rapina in concorso aggravata, mentre gli investigatori sono già sulle tracce degli altri due responsabili, anche loro giovanissimi. I due rapinatori individuati erano entrambi minorenni all’epoca dei fatti (uno dei due non ha ancora compiuto gli anni), ma erano già noti ai carabinieri per la presunta partecipazione a reati simili.
L'assalto
L’episodio risale al 20 marzo scorso, quando, nella villetta di via Liberazione, nascosta rispetto alla strada e accessibile in auto soltanto tramite un viale privato, un 19enne si è svegliato nel cuore della notte sentendo dei colpi. Ha visto all’esterno, attraverso una finestra, la sagoma di un giovane incappucciato che gli ha intimato di aprire la porta. Inizialmente il giovane lo ha scambiato per un conoscente e si è avvicinato alla maniglia per aprire, ma ha poi riferito ai militari di avergli obbedito proprio per paura, scorgendo un’arma da fuoco. Non appena la porta è stata spalancata, altri tre complici incappucciati, tutti molto giovani ma dal fare deciso, sono entrati in casa brandendo delle armi corte e chiedendo di avere subito «i soldi». Quando anche la madre del 19enne, allertata dai rumori, è scesa in salotto, si è ritrovata davanti una scena terrificante: suo figlio aveva una pistola puntata alla tempia. Un ragazzo di poco più giovane gliela teneva premuta contro, con il dito sul grilletto. Terrorizzata dal suo sguardo e dalle sue minacce, la donna, di origini tedesche, ha obbedito a ogni richiesta: la banda ha prima frugato nel portafoglio di entrambi, poi ha cercato il vero bottino, che la famiglia aveva nascosto. Si tratta di circa ottomila euro in contanti, di cui i carabinieri non hanno ancora accertato l’origine. Ottenuti i soldi, i quattro giovani banditi si sono dileguati nell’oscurità, lasciando la famiglia in un angoscioso silenzio.
Le indagini
I carabinieri della compagnia di Vittorio Veneto, intervenuti la sera stessa dopo l’incursione della banda e l’allarme lanciato al telefono dalle vittime, hanno ricostruito il colpo partendo dalle testimonianze della famiglia. In quel momento, a casa mancava il padre, impegnato nel settore del gelato in Germania: la banda, probabilmente, sapeva anche di quest’assenza. I profili descritti dalle vittime (incappucciati ma ancora riconoscibili) e le immagini delle videocamere di sorveglianza private nella zona hanno permesso agli investigatori di scoprire gli spostamenti di due ragazzi residenti nell’area del Quartier del Piave, che già in passato erano stati segnalati per casi simili. Di recente, nel corso delle perquisizioni, nelle abitazioni dei due ragazzi, uno dei quali ancora minorenne, sono state rinvenute due repliche di armi da fuoco corrispondenti a quelle utilizzate per il colpo. Anche sugli altri due membri della banda vi sono dei sospetti più che fondati.