POLVERARA (PADOVA) - Alla fine ha prevalso la linea secondo la quale A.S., 25 anni di Albignasego, non poteva fare altro per evitare di investire una 73enne di Polverara, alle 21.50 del 13 giugno 2019.
La vicenda
L’ipotesi è che la donna vittima dell’investimento avesse aspettato il passaggio dello scooter del 25enne e gli si fosse gettata contro di propria volontà. Una tesi portata in udienza predibattimentale dai legali dello scooterista, gli avvocati veneziani Guido Simonetti e Leonardo De Luca, e che è stata sposata anche dalla giudice, la quale ha chiuso il caso: per A.S., infatti, la procura aveva chiesto il processo.
L'incidente e le indagini
Via Fiumicello è una strada arginale con scarsa illuminazione: lungo quel tratto d’asfalto, la sera della festa del Santo di sei anni fa, il 25enne in sella al suo Yamaha Se investiva una donna causandole un serie di fratture con prognosi superiore ai 40 giorni. Secondo i rilievi dei carabinieri, lo scooterista non avrebbe rispettato il Codice della strada investendo la donna mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali. Sono state però le indagini difensive a smontare la ricostruzione degli inquirenti dal momento che già le stesse immagini del fatto (con lo scooter e il corpo della signora a terra) dimostrano come non ci fossero strisce pedonali in via Fiumicello.
La difesa
Il lavoro difensivo da parte degli avvocati ha poi puntato anche sul comportamento della vittima dell’investimento, un comportamento impossibile da prevedere per il guidatore dello scooter. “Non prevedibile l’investimento della donna” scrivono i legali nella memoria difensiva depositata sul tavolo del tribunale monocratico. Lo scooterista non avrebbe avuto il tempo tecnico di frenare in quanto la 73enne – che lui dice di aver visto e avvisato del suo arrivo anche attraverso il suono del clacson – avrebbe (secondo gli avvocati) “posto in essere una condotta irrazionale”: in pratica avrebbe scelto di gettarsi sotto lo scooter pochi istanti prima del suo arrivo alla sua altezza. A spingere il giudice verso la versione della difesa del 25enne, anche le condizioni psicofisiche della vittima, che quella sera aveva un tasso alcolico di 1,2 grammi di alcol per litro di sangue, quasi il triplo oltre il limite, oltre a diverse patologie che l’avevano portata, anni prima, a seguire terapie farmacologiche. Tutti aspetti che hanno spinto il Tribunale a chiudere sul nascere la questione