VENEZIA - Tra cittadini estasiati nel vedere le barche scivolare sull’acqua più lentamente che mai, marinai che timonano con la mappa che indica i rilevatori incollata sulla schiena di chi gli sta di fronte per destreggiarsi nel nuovo “campo minato” e comandanti che vivono i limiti di velocità come l’inizio della fine per la città, il giorno zero del sistema barcavelox è andato. Attivo ufficialmente dalla notte di ieri, dopo essere stato sperimentato “in bianco” per due mesi, il sistema di controllo della velocità pensato appositamente per i canali di Venezia in una giornata ha assegnato una ventina di multe, cinque soltanto da mezzanotte alle 5 del mattino: un numero irrisorio se si considera che nei 15 giorni in cui è stato azionato per prova, senza erogare sanzioni, ne avrebbe staccate in media 150 al giorno.
Sanzioni
«Dalla mezzanotte e un minuto di ieri fino alle ore 5 – ha dichiarato il comandante della polizia locale di Venezia Marco Agostini – ci risulta che le contravvenzioni derivanti dal nuovo sistema siano un numero molto limitato. Ciò significa che i cittadini stanno mantenendo un comportamento appropriato, che tiene conto dei nuovi limiti. Come prima giornata possiamo dirci soddisfatti: abbiamo avuto modo di verificare che il traffico in centro storico è più lento e rispettoso. È fondamentale però lasciar trascorrere qualche giorno per potersi esprimere con cognizione di causa sui risultati della misura».
A provare la stessa soddisfazione del comandante sono tutti quei residenti che, durante la giornata, non riconoscevano più quella Venezia a cui avevano abituato lo sguardo fino al giorno prima. «Era ora – afferma un gruppo di residenti nell’area di San Giobbe – Meglio tardi che mai: finalmente».
Intanto altri cittadini, che sono soliti spostarsi tenendo saldo il timone nella mano, si sono ingegnati: stampata la mappa in cui sono indicati tutti i 74 barcavelox sparsi per la città, e plastificata per evitare potesse bagnarsi, l’hanno incollata nella schiena del passeggero che stava loro di fronte per non dimenticare le tratte in cui è meglio non spingere sull’acceleratore.
Critiche al sistema
Non tutti i pareri sono però altrettanto ottimisti, convinti anzi che il sistema Si.Sa peggiorerà fortemente la mobilità entro i confini del centro storico. «Le collisioni tra barche aumenteranno, essendo in certe circostanze impossibile governare i mezzi – ha dichiarato il presidente dell’associazione Taxi e nolo uniti Jacopo Codori – i residenti soffriranno ancor di più l’inquinamento acustico e la città finirà per essere paralizzata in un ingorgo permanente: ne vedremo delle belle». Secondo il comandante, il sistema attuale è stato impostato penalizzando alcune categorie di mezzi a vantaggio di altre. «Actv e Alilaguna hanno delle deroghe che gli permettono di andare più veloci di circa due chilometri orari rispetto a noi tassisti – spiega Codori – . A noi basterebbe essere parificati a loro: questo per evitare che il nostro mezzo diventi ingovernabile nelle nostre mani».
Differenze
Per far comprendere meglio cosa può significare uno scarto tra due mezzi che viaggiano sull’acqua, anche di pochi chilometri orari, Codori fa un esempio pratico: «In Canal Grande va tutto bene – precisa – stiamo mantenendo le velocità che mantenevamo prima. Ma in canali come quello della Giudecca, per dirne uno, al ferryboat è consentito più veloce del mio barchino. Un mezzo così grande crea delle onde enormi e io, se non accelero per tenere la barca, finisco sott’acqua».
La falla
Critico anche il giudizio sul sistema di rilevazione, che presenterebbe delle falle per cui ai vaporetti verrebbe data la possibilità di correre senza essere visti dagli occhi elettronici: «Tutte le celle di rilevamento sono state installate sopra gli imbarcaderi – continua Codori – ciò significa che il vaporetto non verrà mai ripreso. Quel che abbiamo notato oggi (ieri ndr) infatti è che i vaporetti partono dall’imbarcadero a tutta velocità e continuano a mantenerla alta fino all’imbarcadero successivo, quando devono fermarsi per forza di cose, per far salire e scendere i passeggeri. È come permettere ad un autobus in autostrada di fare i 150 chilometri all’ora e alle auto solo i 90: non capisco perché per Venezia si ragiona sempre al contrario».
Le richieste
Infine, una nota sulle proposte più restrittive in circolazione: «Sta addirittura girando la richiesta di un consigliere di abbassare ancora il limite. Prima si dovrebbe fare uno studio di fattibilità».